lunedì 26 marzo 2012

Come realizzare antifurto in un appartamento

Salve
Sto pensando a come realizzare l’impianto di antifurto in un appartamento in corso di ristrutturazione. Ho appreso molto leggendo i suggerimenti e le risposte già pubblicate. Mi manca però ancora qualche informazione di tipo impiantistico.
1) Volendo attivare, in caso di intrusione, delle contromisure di dissuasione e/o di protezione attiva tipo accensione illuminazione, attivazione di registrazioni sonore ecc. che tipo di centrale e che tipo di cavo tra centrale e dispositivo bisogna prevedere?
2) Vorrei installare delle videocamere di sorveglianza ed ho pensato a quelle di tipo IP cioè collegabili in rete ethernet. E’ possibile integrarle nel sistema di antifurto sfruttando ad esempio la funzione di motion detection? In tal caso basta il cavo ethernet o bisogna prevedere anche altri tipi di cablaggio?
2) E’ possibile avere un’idea di quanti cavi si possono far passare in un corrugato ad es. di diametro 20 e 25 mm? L’idea è questa: bisognerà arrivare ad ogni dispositivo prevalentemente con una propria canalizzazione che probabilmente è sovradimensionata per un solo cavo. Una volta attestate tali canalizzazioni in una cassetta a muro di zona, da questa sarebbe conveniente far partire un numero di canalizzazioni inferiori, magari con sezione maggiore, ma meglio utilizzate dal punto di vista dello spazio, anche per non affollare la zona in prossimità della centrale.

Buongiorno
  1. Non esiste un tipo particolare di centrale per eseguire queste operazioni: quasi tutti i modelli filari (e spesso ormai anche i via radio) dispongono di uscite ausiliarie (NC, Open collector, relè, etc.) che sono programmabili per l’accensione delle luci o l’attivazione di dispositivi esterni. Per esempio, associando un’uscita relè al pre-allarme (o alla sola zona perimetrale) può collegare un interruttore che accenda le luci: quando si verifica l’allarme, oltre alle normali segnalazioni programmate, la centrale attiva l’uscita ausiliaria, il relè commuta e porta il comando all’interruttore. Il cavo è un normale cavo elettrico la cui sezione dipende dal tipo di attivazione che deve eseguire.
  2. Se utilizza telecamere allarmate con motion detection dipende da come la telecamera gestisce il segnale di allarme: se ha un’uscita ‘pulita’ indipendente la può collegare senza problemi alla centrale di allarme (al massimo, anche qui, potrebbe avere bisogno solo di una schedina relè o equivalente se i due sistemi dovessero avere modalità diverse — tipo, NC vs. NO). Se invece la telecamera prevede il solo collegamento Ethernet deve vedere come l’allarme viene gestito dalla centrale video (probabilmente un’uscita relè), ma anche qui non dovrebbero esserci problemi per il collegamento. Chieda al momento dell’acquisto e scelga la tipologia che preferisce o che ritiene sia più facile da collegare.
  3. Beh, in generale, consideri che il cavo antifurto è un 4×0,22+2×0,50 schermato anti-fiamma, non particolarmente grande e abbastanza facile da tirare. Ad occhio (ma la mia è una stima puramente empirica) direi che è circa 5mm di diametro quindi in teoria le direi che nel tubo da 20 tre passano senza problemi, dal quarto in avanti potrebbe iniziare ad essere un po’ più difficile. Purtroppo l’unico consiglio che le posso dare è di abbondare in fase di predisposizione perché, sicuramente lo saprà già, i cavi tendono ad attorcigliarsi dentro il corrugato e quindi, in special modo quando fa le curve, se sono tanti sarà più difficile passarli.

2 commenti:

  1. Buongiorno, vorrei installare un impianto antintrusione con rilevatore di fuge di gas metano in appartamento di circa 110 mq. Avrei scelto come impianto il Tecnoalarm. Sono indeciso tra questa scelta oppure l'installazione di un pacchetto offerto da un istituto di Vigilanza privata molto più economico come spesa iniziale. La domanda è la seguente meglio essere autonomi oppure avere un'abbonamento. vivo al V piano in un appartamento di centro città. Grazie per la risposta.

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  2. Buongiorno Pat
    In genere negli appartamenti è più difficile avere il servizio di vigilanza perchè, per ragioni operative, gli Istituti richiedono le chiavi di accesso del portone che per essere consegnate a terzi, essendo area comune, richiedono il consenso di tutti i condomini (cosa non sempre facile da ottenere). Inoltre per un intervento in caso di allarme sarebbe opportuno consegnare anche le chiavi di casa, situazione che viene ovviata con controllo remoto a mezzo di telecamere (o audio) -- ma anche qui intervengono considerazioni di privacy non da poco.
    Se queste premesse non costituiscono nel suo caso un problema, la scelta di affidarsi ad un servizio di vigilanza aumenta sempre il grado di sicurezza perché garantisce, oltre alla segnalazione dell'impianto di allarme, anche un pronto intervento e quindi è senza dubbio migliorativa.
    Tra l'altro, volendo, diversi Istituti offrono anche solo il servizio di chiamata abbinabile al proprio impianto: se è vero che il costo iniziale è maggiore, bisogna vedere se è conveniente da un punto di vista economico, perché, come qualunque noleggio, dopo un po' di mesi il costo dell'impianto sarebbe pagato.

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